La Unipol chiude l’avventura europea ai piedi del podio, sconfitta nella finalina per il 3°-4° posto dai tedeschi del Lahn-Dill per 57-78. E se il bicchiere è sicuramente mezzo pieno, perché essere tra le migliori 4 squadre d’Europa non è cosa da poco, il rimpianto è quello che le cose sarebbero dovute andare diversamente. L’epilogo drammatico della meravigliosa sfida giocata ieri contro il Fundosa lascia l’amaro in bocca. Prima della partenza, la finale per il massimo trofeo del Vecchio Continente sembrava essere totale utopia, troppo forti, troppo blasonati, troppo inarrivabili i rivali. Quando però ci si trova ad accarezzare il sogno, si fatica a tornare indietro. “Quando si è in campo si vuole vincere, perdere non piace mai a nessuno – ha ammesso il capitano dei biancoblu Nicola Damiano -. Certo fino a poco tempo fa avremmo messo la firma per stare tra le prime quattro d’Europa con davanti a noi squadre che sono incredibili e abituate a giocare da tanti anni competizioni di questo genere. Ora però che abbiamo avuto per le mani la possibilità di giocarci la finale per sollevare la Coppa dei Campioni, non si riesce ad accettare che sia andata diversamente. Ci spiace non essere tornati a casa con una medaglia, ce la meritavamo. La nostra vittoria è il gruppo, che anche in questo caso si è dimostrato straordinario. Dopo la brutta sconfitta con Fundosa siamo stati molto a parlare negli spogliatoi e non c’è stato nessuno che abbia puntato il dito sugli errori degli altri. Sappiamo di avere dato tutto, forse in alcuni momenti cruciali ci è mancata la lucidità e in queste gare non ce lo possiamo permettere. Dobbiamo ancora crescere, ma per essere stato il nostro debutto dopo tanti anni, il bilancio è decisamente positivo”. Pochi attimi e il match contro il Lahn Dill è già infuocato. La Unipol deve disinfettare la ferita della finale sfumata, in campo è schierato tutto il necessario per far vedere di cosa sono capaci i Campioni d’Italia. Brian Bell infila il primo canestro di questo match tra titani, la risposta tedesca arriva repentina dalle mani di Dirk Köhler. La Unipol entra subito in partita e posa i tasselli del vantaggio, con la coppia Sagar-Lindblom a lavorare sulla distanza (12-7). Il Lahn–Dill pasticcia al tiro, manca di precisione e spreca. Tohomas Böhne riaggiusta il gioco, Steve Serio, in scia, mette la zampata che sfiora l’aggancio alla prima sirena (12-10). Il secondo quarto è tutto in divenire, le squadre tentano la fuga piazzando colpo dopo colpo. Il copione è quello di un inseguimento all’ultimo respiro. La triade Bestwick-Böhme-Paye semina panico, con la retina a catturare ogni tiro. Jordi Ruiz difende bene i suoi, tiro deciso e canestri importanti a tenere viva la battaglia (30-33) almeno fino alla prima metà della partita. Sicuramente un’anomalia che, dopo 40 minuti dal fischio iniziale, il Lahn-Dill non abbia commesso un solo fallo. Per la Unipol, invece, le penality sono ben 12. I tedeschi sfruttano al meglio le opportunità dalla lunetta, 9/12 i tiri messi a segno. Il vantaggio tedesco si fa massimo sul 32-39 realizzato da Köhler che, coadiuvato in regia dal solito Böhme, apre al Lahn-Dill la via dell’allungo. La Unipol perde lucidità e litiga con il ferro, tanti tiri sbagliati che tolgono il fiato e regalano ossigeno al gioco di coach Zeltinger. I tedeschi spiccano il volo: a 2’ dalla fine del terzo periodo la distanza è di quelle che danno brutti pensieri, un parziale di 10 punti che scrive sul tabellone un cattivissimo 37-53. Bell e Ruiz cercano la svolta (41-53), ma allo scadere è la tripla di Steven Serio a decretare il pesantissimo comando tedesco (58-41). L’ipoteca sulla medaglia di bronzo è posta. La storia sembra ormai scritta. Il Lahn-Dill trasforma in oro ogni palla che tocca, la Unipol non azzecca un colpo. Matano ritrova anche la tripla, infilata senza pudore allo scadere dei 24’’ (47-64). I minuti scorrono nella più totale regia tedesca, Bestwick e Böhme dilettano e puniscono. Il 57-78 finale consegna ai tedeschi il terzo gradino del podio europeo.