Ventidue maggio duemilaventidue. Una data che diventerà storica per la carriera sportiva di Ian Sagar che oggi ha deciso di ritirarsi ufficialmente dal basket giocato. A Giulianova, ormai oltre due mesi fa, è andata in scena quindi l’ultima apparizione sul parquet dell’atleta classe ’82. In quel giorno è arrivato anche lo Scudetto biancoblù che si è aggiunto alla sua gremita bacheca, condita dalle recenti Supercoppa Italiana 2021 e Coppa Italia 2022. Solo con la maglia della UnipolSai Briantea84 Cantù, Sagar ha conquistato 18 trofei in otto stagioni, dal 2012 al 2019 e nell’ultima appena conclusa.

Sulla scelta di chiudere la carriera - “Ho deciso di concludere la mia carriera da atleta per dedicarmi alla famiglia. Sono stato più di vent’anni impegnato, girando il mondo e facendo tutto quello che avevo programmato, ora è giusto dire stop. William, mio figlio più piccolo, ha quasi tre anni e adesso vorrei godermi i momenti con lui. I periodi di lontananza sono diventati più difficili”.

Sul momento migliore con Briantea84 - “Se penso alla mia storia con Briantea84, il momento migliore che ho vissuto è stato nel 2012, nella prima stagione a Cantù. Arrivavo dalla delusione della Paralimpiade di Londra con la nazionale inglese, non avevo vinto nessuna medaglia e avevo vergogna, volevo scappare. Per fortuna sono arrivato qui, anche se non conoscevo la lingua, nessuno. Abitavo con altri quattro atleti stranieri a Cesano Maderno (Mb), la squadra era quasi tutta nuova. Nonostante questo, siamo entrati tutti immediatamente in sintonia. Abbiamo fatto la tripletta conquistando lo Scudetto, la Coppa Italia e la Coppa Vergauwen. Fino a quell’anno non avevo vinto niente, è stata una bellissima esperienza. Ho iniziato ad imparare la lingua, ho conosciuto nuovi amici e ho iniziato a vincere i primi trofei con la Nazionale. Tutto questo grazie ad un lavoro duro sul campo: ho capito il significato dell’essere campione. Questa sensazione poi rimane, con voglia e fame per fare ancora meglio ed è quello che è successo”.

L’ultimo anno in Briantea84 - “Ho fatto poi esperienza a Bergamo e in Germania, dove pensavo di concludere la mia carriera. L’anno scorso, però, Briantea84 mi ha convinto a tornare a casa per un ultimo anno. È stata una stagione particolare per il Covid-19, ma abbiamo superato tutti gli ostacoli. Briantea84 è sempre Briantea84, siamo stati un gruppo unito dentro e fuori dal campo. Penso e spero di aver trasmesso la mia esperienza a questo gruppo. Ho incominciato con una tripletta nel 2012 e ho finito con un’altra tripletta con Supercoppa Italiana, Coppa Italia e Scudetto. Il cerchio si è chiuso perfettamente”.

Sugli inizi della carriera - “Quando ho iniziato a giocare a basket in carrozzina, non ero capace. Non ero bravo a tirare e a spingere, ma mi ha aiutato la mentalità del lavoro. Ho sempre fatto il possibile per migliorarmi. Spero che il mio esempio possa aiutare gli altri, soprattutto i giovani. Tutti possono essere campioni. Se si lavora forte, dedicando la propria vita a questo e facendo sacrifici come ho fatto io, allora si può essere grandi. Non fa differenza la disabilità, ma è tutta una questione di mentalità”.

Sui tifosi biancoblù - “I tifosi biancoblù sono sempre stati dei fenomeni. Ritornando al discorso della mia prima stagione a Cantù, quando sono arrivato qui ho ritrovato la stessa atmosfera che c’era alla Paralimpiade di Londra. Gli spalti sempre pieni sono stati il sesto uomo in campo, un aiuto e una voglia che ci sono serviti nei momenti più difficili. Abbiamo vissuto insieme tantissime vittorie”.

Sul futuro - “Ho finito la mia esperienza di atleta per dedicarmi alla famiglia. Ho sempre fatto tutto al cento per cento e ora l’obiettivo sarà quello di essere il più bravo papà del mondo, per far crescere mio figlio al meglio. È una nuova sfida della mia vita e spero che William potrà pensare questo di me quando sarà cresciuto. Ringrazio tutti per la mia carriera. Sono arrivato a Cantù solo per giocare, ora qui ho trovato una casa. I miei figli vanno a scuola qui e io vivrò qui”.

CARRIERA - Nel 1999 Ian Sagar ha avuto un incidente in moto: la lesione del midollo spinale gli ha cambiato completamente la vita. La sua carriera da professionista è iniziata ufficialmente nel 2005: prima è stato un rappresentante nel campo delle carrozzine e degli adattamenti alle automobili per guidatori disabili. Poi ha scelto di consacrare la sua vita con la pallacanestro. Ha indossato la maglia dell’Oldham Owls di Manchester, sua squadra storica, dopo un anno di esperienza in Spagna nel 2010. Arrivato a Cantù dopo i Giochi di Londra 2012, è stato tra i protagonisti della rinascita biancoblù della stagione 2012-13 per sette stagioni consecutive, per poi ritornare nell’ultima della sua carriera (2021-22, ndr). In Brianza ha conquistato 6 Scudetti (2013, 2014, 2016, 2017, 2018 e 2022), 6 Coppa Italia (2013, 2016, 2017, 2018, 2019 e 2022), 5 Supercoppa Italiana (2013, 2016, 2017, 2018 e 2021) e 1 Vergauwen Cup nel 2013. Prima del ritorno a Cantù, parentesi a Bergamo e poi in Germania con il Lahn-Dill dove ha conquistato la competizione Champions League (patrocinata dalla Iwbf, ma in una formula diversa da quella classica e non valevole ai fini del ranking). Con la Nazionale britannica, di cui è stato capitano, ha conquistato il bronzo paralimpico ai Giochi di Rio 2016 e, dopo un periodo di stop lontano dalla Nazionale, ha vinto il secondo bronzo a Tokyo 2020. Sagar ha conquistato anche quattro Campionati Europei con la sua Nazionale. È sposato con Natalia ed è papà di Max, Katja e William.