Il ritorno da un viaggio porta con sé esperienza e nuove storie da raccontare: l’uomo che arriva è inevitabilmente diverso da quello che è partito. Cambiano le prospettive, si realizzano situazioni che fino a quel momento si sono solo sognate. Se si parla di sogno, non si può che riporre l’attenzione al Candido Junior Camp OSO, un treno di successo che ha percorso un tragitto lungo un’intera stagione sportiva (2018/2019).
Con Parma - da lunedì 8 a giovedì 11 luglio - il progetto fortemente ispirato a Candido Cannavò, storico direttore de La Gazzetta dello Sport, ha raggiunto l’apice del successo, ma è pronto a ripartire verso prospettive ancora più grandi. Le stesse che lo hanno condotto in 12 mesi a percorrere 3.500 chilometri da Firenze a Pontecagnano Faiano - Battipaglia, passando per Livigno, Porto Torres e Reggio Calabria fino a giungere alla città emiliana, sede della società sportiva Gioco Parma, dove si sono incontrati 22 nuovi atleti di cui la metà alla prima esperienza lontano dalle rispettive famiglie. Qualcosa di incredibilmente innovativo, un vero e proprio ritiro sportivo fatto di allenamenti al palazzetto e pernottamento in hotel.
Un’avventura completamente gratuita resa possibile grazie a chi ha accettato di salire su questo treno, capitanato in primo luogo dalla Federazione italiana pallacanestro in carrozzina (Fipic) e da Briantea84, insieme alla Fondazione Candido Cannavò per lo Sport, Asbi (Associazione Spina Bifida Italia) e con la media partnership della Gazzetta dello Sport. La partenza del tour italiano targato OSO - Ogni Sport Oltre - ha trovato il prezioso supporto della Fondazione Vodafone Italia che ha deciso di finanziare il progetto con grande entusiasmo.
Nelle 6 tappe, da nord a sud, un centinaio di ragazzi e ragazze hanno incontrato il basket in carrozzina. Molti i neofiti, altrettanti quelli alle prime armi con una disciplina sportiva che ha colpito tutti. Tante le perplessità iniziali, molta la fiducia riposta dalle famiglie dei nuovi atleti di affidare i loro figli ad uno staff che li introducesse nel mondo della palla a spicchi. I pianti iniziali di paura si sono trasformati negli obiettivi che gli stessi nuovi giocatori si sono posti da qui a breve: chi il primo palleggio, chi il primo canestro, chi far parte di una squadra. Occhi pieni di determinazione, un coraggio da vendere per chi si è spinto oltre, dichiarando: “Sogno la Nazionale”. Nessuna pretesa, si può fare: dopo meno di un anno qualcuno c’è già riuscito…
Obiettivi individuali a parte, uno dei punti più importanti di questo progetto è quello di far crescere il movimento: nell’ultima stagione sportiva si sono formate 2 nuove squadre giovanili, altri atleti sono andati a rinforzare formazioni già iscritte ai campionati FIPIC. In prospettiva il trend è destinato ad incrementare la realizzazione di quella che potrebbe essere una grande spinta per il mondo del basket in carrozzina. Opportunità per tutti, portare la cultura paralimpica anche dove non è presente: il Candido Junior Camp OSO ha potuto questo, fin dal 2015 quando è stata realizzata la prima tappa a Livigno, replicata poi nei 2 anni successivi. Nell’estate 2017 il progetto ha raggiunto anche la Sicilia dove si è formata la prima squadra giovanile. A quel punto si è capito che si sarebbe potuto fare ancora di più e la stagione sportiva 2018/2019 ne è stata la conferma. Il percorso del Candido, quindi, è stato netto e preciso: affermazione, crescita e diffusione per un’idea di Briantea84 partita da lontano per ricordare un pioniere e visionario come Candido Cannavò che ha creduto nello sport come strumento di crescita sociale.
Grazie al Candido Junior Camp OSO tutti i partecipanti con disabilità fisica hanno potuto vivere una nuova opportunità imparando a giocare a basket in carrozzina, in un clima di sport e sperimentando nuovi spazi di autonomia. A conclusione dell’ultima tappa di Parma, dove gli iscritti hanno raggiunto la quota record di 22, è emersa una certezza: il viaggio ha reso il Candido ancora più concreto, con nuove mete da raggiungere. Il team organizzativo è pronto a ripartire, da Parma verso il futuro.
“Un bilancio che non può che essere positivo - ha commentato Fernando Zappile, presidente della Federazione italiana pallacanestro in carrozzina - quello dell’esperienza del Candido Junior Camp OSO nel corso di quest’anno. I numeri parlano da soli: sei tappe che hanno portato il basket in carrozzina in giro per l’Italia, da nord a sud, aprendo le porte del nostro movimento a tantissimi nuovi ragazzi, benzina del nostro futuro. Come Federazione abbiamo sposato con estrema convinzione questo progetto, consapevoli che il successo che inseguiamo oggi sul campo non avrebbe significato senza un lavoro che punti a costruire le basi per il domani. Ma consapevoli anche che la nostra responsabilità va ben oltre l’aspetto più puramente sportivo, abbracciando una finalità sociale, umana per meglio dire, in cui il sorriso di un bambino che per la prima volta si siede su una carrozzina da basket diventa più importante di tutti i canestri che riuscirà a fare da quel momento in poi. Voglio ringraziare di cuore la Briantea84, straordinario partner in quest’avventura, con cui condividiamo spirito e valori, ma anche tutti i testimonial, gli atleti, i volontari che hanno permesso al Candido Junior Camp OSO di vivere un anno straordinario”.
“Sto leggendo in questi giorni i commenti e i ringraziamenti di molte mamme che hanno affidato i loro figli, spesso per la prima volta, al Candido Junior Camp - ha continuato Alfredo Marson, presidente di Briantea84 -: mi emoziona e mi rende davvero grato sapere che tutti insieme siamo stati capaci di regalare emozioni e sensazioni così dirompenti. Cose semplici, come può essere un camp di pallacanestro, che sanno letteralmente cambiare la vita delle persone. Ringrazio tutte le famiglie per la fiducia e tutte le società sportive che si sono messe in gioco con noi: non è facile superare i campanilismi ma solo lavorando tutti insieme possiamo imprimere un reale cambiamento. Sogniamo in grande e osiamo il fallimento. Questo è il nostro motto. Per ora ci ha portato bene e abbiamo ricevuto indietro tanto di positivo. Questo autunno proseguiremo con l’attività di sensibilizzazione per non disperdere i risultati raggiunti e aumentare la conoscenza del CJC. Non ci fermiamo mai”.