Unipol per la prima volta in finale di Coppa Italia dopo il 2004. La squadra di Malik Abes è riuscita a sconfiggere in semifinale il S. Stefano Banca Marche per 71-59, grazie a una straordinaria ripresa nel terzo quarto e alla forza del suo caloroso pubblico. In finale si imbatterà oggi nei Campioni d’Italia del S. Lucia Roma che, dopo un avvio in rincorsa contro la squadra del canturino Marco Bergna, hanno piazzato la zampata con un secondo tempo stellare chiudendo a 65-52. La gara che assegna il trofeo prende il via alle 12.15 al Palasport di Seveso: il match è seguito da Rai Sport, con commento tecnico affidato al ct della nazionale italiana Dionigi Cappelletti. Sarà visibile in streaming sul sito di Rai Sport e in differita su Rai Sport 1 del digitale terrestre alle 22.30 di stasera. Primi due quarti di equilibrio, con una maggiore forza nel quintetto marchigiano trainato dai due britannici Lee Manning (14 punti) e Kyle Marsh (12): S. Stefano sempre avanti di una manciata di punti e capace però di mettere pressione nella formazione brianzola, penalizzata da una certa fatica nel trovare conclusioni felici, sia da sotto che dalla distanza. La svolta arriva nel terzo quarto, quando da uno svantaggio di -4 (34-38 all'intervallo lungo), i biancoblu sono riusciti a fare lo strappo decisivo portandosi a 49-42 con Moeller, canestro più fallo, massimo vantaggio fino a quel momento della Unipol. Nei momenti bui il salvatore di S. Stefano è sempre il belga Dimitri Tanghe, a segno per ricucire il divario e tenere lontani i fantasmi (52-49 alla fine del terzo quarto). Con 30' nelle braccia e una tensione crescente, il quintetto di Malik Abes ha saputo ben amministrare il suo vantaggio e non perdere la testa nel finale: è servita l'esperienza di Ian Sagar, bravo a prendersi la responsabilità nelle palle che scottano, e quando il S. Stefano si è portato a -3 (60-57), è arrivata la tripla benedetta di Chris Okon a mettere i chiodi sulla croce. Con l'uscita di Tanghe per falli a meno di 2' dalla sirena, la Unipol ha iniziato a credere al suo sogno. Il pubblico pure, in piedi per gli ultimi istanti ad applaudire la storica qualificazione in finale.