Ci sono trasferte che sono viaggi iniziatici, non conta dove si va, non contano (solo) le medaglie, importa come si torna. Di solito, diversi da quando si è partiti. Quello a Berlino, lo scorso weekend, per Marco Dolfin è stato uno di questi momenti di svolta. Ciò che c’era prima, spazzato via dall’acqua clorata dell’Europa Sport Park. Primo impegno internazionale per l’atleta torinese che da quest’anno veste i colori della BLM Briantea84 e prime conferme. Otto gare disputate e tre finali B Open (dall’11esimo al 20esimo posto della graduatoria generale). Per un totale di 1 oro (50 dorso), 2 medaglie d’argento (200 misti, 200 stile libero) e 5 bronzi (50 rana, 100 rana, 50 stile libero, 100 dorso, 100 stile libero) nella classe S06. Ma non è finita, perché Dolfin è riuscito a scrivere il nuovo primato italiano nei 200 misti SM6. Il trentenne piemontese ha migliorato di quasi tre secondi il record detenuto dal 2008 dal cremonese Efrem Morelli: 2’19”84 contro il precedente 2’22”33, tempo ritoccato sempre a Berlino e fissato definitivamente in 2’19”43. L’unico rappresentante della Briantea84 è stato dunque grande protagonista in uno degli appuntamento clou del nuoto intercontinentale, passerella dei migliori talenti in circolazione, dalla statunitense Jessica Long in giù. Ma le medaglie non danno la misura del valore reale di questa esperienza: “Prima di partire avevo guardato i tempi dei miei rivali e non pensavo assolutamente fossero alla mia portata – ha ammesso Dolfin, chirurgo ortopedico al San Giovanni Bosco di Torino – quindi i risultati sono arrivati in parte inaspettati, di sicuro ben oltre le previsioni. Certo, dopo 3 giorni di gare, mi sono accorto che per affrontare un evento del genere occorre preparare anche la resistenza fisica. Serve ottimizzare le energie, insomma bisogna allenarsi anche a gareggiare tanto e in un breve periodo”. “Berlino è davvero all’altezza della fama che ha – ha continuato Dolfin – tutto è molto organizzato, grande attenzione ai dettagli, l’atmosfera che si respira fa sentire dei veri atleti. È stata una bella esperienza anche a livello di scambio con gli altri atleti e i tecnici italiani presenti, ci siamo confrontati molto. Ho potuto studiare da lontano molti big, si impara dai migliori. Certo, arrivare all’ultimo giorno senza fiato mi ha fatto bene: sono tornato alla realtà e mi sono detto che la strada da compiere è ancora molto lunga”. Una strada che questa estate vede già una tappa importante, ovvero gli Europei di Eindhoven (4-10 agosto). Sognare è lecito? “Non bisogna mai smettere di sognare – la risposta sibillina di Dolfin -. I riscontri di Berlino sono discreti, mi sono avvicinato ai tempi limite nei 100 rana. Da qui in poi, vediamo se nei prossimi mesi ci saranno altri progressi che possano mettere pressione a chi dovrà comporre la selezione azzurra”.