Unipol di nuovo in finale scudetto. I Campioni d’Italia si aggiudicano per 67-56 lo spareggio contro Santo Stefano: nella bolgia infuocata di Seveso il destino torna a sorridere, la storia riprende il suo corso. Con grande sofferenza, nulla di facile né di scontato, contro un’avversaria che ha lottato come una tigre fino all’ultimo secondo. I marchigiani di coach Ceriscioli escono da questi play-off a testa alta, per gli uomini di Abes la consapevolezza di aver spremuto ogni più piccola goccia di sudore e sputato tutta la più coriacea determinazione per tornare a difendere il tricolore contro il Santa Lucia Roma. “E’ stata durissima – il commento a caldo di Malik Abes -. Questa sera ho visto la mia squadra combattere come sa fare, onore ai nostri avversari che non hanno mai mollato fino alla fine e ci hanno reso questa semifinale davvero un inferno. Dovevamo vincere a tutti i costi, non potevamo uscire così, senza onorare il tricolore che abbiamo sulle maglie. Lo dovevamo al nostro pubblico, che anche stasera è stato fantastico. Vedere tutti questi bambini saltare di gioia alla nostra vittoria è davvero una vittoria nella vittoria. Adesso ci riposiamo qualche giorno e poi la testa va alla Champions Cup. Un passo per volta: dico sempre ai miei ragazzi che non importa il risultato ma dobbiamo lottare ogni istante ed essere certi di avere dato il massimo. Siamo una squadra di guerrieri”. La Unipol inizia e fa fuoco: Lindblom e Bienek da 3 fanno rollare i motori per il 5-2 dell’avvio. Ma i due colossi marchigiani Manning e Gim non ci impiegano molto a riportare in pari i conti. Si preannuncia un inseguimento estenuante. Canestro su canestro, due punti su due punti, fino al primo time out chiamato da coach Abes sull’11-12 dei primi 5’ di gioco. Il minuto serve: al rientro c’è il mini break di Bienek e Bell per tentare l’allungo (15-12). La bestia nera della Unipol viene dalla Corea: sempre Gim a entrare come una ruspa in area e a trovare i canestri decisivi; quando poi si porta via i difensori come api sul miele, ci pensa Caiazzo a tirare da fuori. A 1’26’’ dalla prima sirena Santo Stefano conduce per 18-15. Tutto da rifare. Sul 20-15, Sagar mette la pezza ma Marsh sale in cattedra e mette la firma sul +5 allo scadere (17-22). Nel secondo periodo Abes gioca la carta Martin Edwards, quella che 7 giorni fa a Porto Potenza Picena aveva sparigliato i giochi e riaperto la serie. Spalle grosse e potenza fisica: questo serve per sconfiggere gli uomini di Ceriscioli. La ricetta funziona: in 2’ la Unipol recupera il gap e si porta a -1 (23-24). Bienek infila il canestro del vantaggio, ora si tira una linea ed è tutto da costruire. La scalata della Unipol prosegue, con il parziale di 12-2 (29-24) i lombardi tengono il gioco ma Marsh riporta subito in parità e così si procede fino all’intervallo lungo, che manda le due squadre negli spogliatoi sul 35-35. Questa serie non vuole trovare un padrone: anche tutta la terza frazione di gioco mette a dura prova i nervi più che i muscoli. Non c’è un attimo di respiro, nessuno vede la luce. Bell si trova per le mani delle palle infuocate, sarà lui alla fine il top scorer con 21 punti in 40’ ininterrotti di gioco. Con un guizzo la Unipol riesce a trovare una boccata di ossigeno, lanciando in contropiede lo spagnolo Ruiz per il 49-45 su cui si conclude il terzo tempo. Ruiz ancora mattatore nell’ultimo decisivo periodo: prima assist per Sagar (51-45) e poi di nuovo a segno per il 53-48. La Unipol prova a fuggire e con il numero 12 inglese, grande leader come sempre, raggiunge il massimo vantaggio, + 7 sul 55-48. Ma Santo Stefano non è fuori dai giochi: con Marsh prima e il solito Manning, si riporta pericolosamente sotto (52-55). Mancano ancora 4’ di gioco, si soffre fino alla fine. Ci pensa Gim a rendere ancora più pressante la morsa dei bianconeri, accerchiato dalla morsa degli uomini di Abes riesce a infilare la palla dei 55-54. Nella bolgia sempre più infuocata del PalaSeveso si levano potenti al cielo le braccia di Sagar per il canestro del 61-54 a 1’39’’ dalla fine. Si contano i secondi come essere in apnea: Edwards fa la magia, per il 63-56 che di fatto infrange i sogni dei bianconeri. Santo Stefano perde il controllo e vede uscire tutti i suoi uomini, da Manning a Caiazzo. Partono i titoli di coda: #osaresempre.