La Coppa Italia passa di mano: se la riprende il Santa Lucia Roma. Dopo 4 finali perse, tra la Coppa Italia del 2013, la finale scudetto, la Coppa Campioni e la Supercoppa, i capitolini allenati da Carlo Di Giusto si prendono la loro rivincita. Per di più sul campo dei nemici dell’ultima stagione. Un trofeo che vale doppio. La finale con la Unipol non è la solita partita da cardiopalma. Già dopo due quarti si capisce dove tira il vento, Roma è cinica, realizza con punte del 70%, cerca la partita perfetta. In questo, aiutata da una Unipol che è una pallida copia di quella a cui il pubblico è abituato. Spalti al solito strapieni di famiglie e bambini, che alla fine applaudono anche gli avversari nella loro cavalcata verso il primo sigillo del 2014. Il match si conclude 61-49 per il Santa Lucia. “Abbiamo sognato questo momento per oltre un anno – ha ammesso Matteo Cavagnini, ex di turno, 12 punti, 9 rimbalzi e occhi lucidi al fischio finale -. Avere vinto la Coppa Italia proprio su questo campo ha un valore in più per noi. Abbiamo preparato questa partita in maniera maniacale, sapevamo che per vincere dovevamo essere perfetti, non commettere errori. E ci siamo riusciti. Dedichiamo questa vittoria a Antonio Verdone, un uomo, un grande tifoso, che è mancato poco tempo fa e che sicuramente oggi ci ha guardato da lassù. La società voleva questa Coppa, l’ha pretesa. È stato bello vincere davanti al presidente della Fondazione Santa Lucia. Anche questo ha inciso sulla nostra prestazione. Adesso guardiamo avanti con più certezze, la Coppa Campioni rimane ancora un sogno possibile”. “Prima o poi doveva capitare – ha commentato coach Malik Abes -. Roma ha giocato una gran bella partita, hanno tutto il merito di aver vinto questa Coppa. Questi momenti a volte servono per ripartire, abbiamo ancora tanta strada da fare, ci aspetta una semifinale tosta contro Santo Stefano e rimangono valide le nostre aspirazioni sulla Champions Cup. Quindi ripartiamo da qui, senza pensare troppo a quello che è successo”. Una giornata nata storta in partenza, i ruoli per una volta invertiti: i padroni di casa della Briantea84 giocano fuori casa, davanti ai loro tifosi e sui legni che conoscono a memoria. È Roma, per priorità acquisita, a fare gli onori al Palasport di Seveso. Panchine invertite e un senso di spaesamento che non c’entra niente col risultato ma fa già presagire qualcosa di strano. Dopo un affondo di 6-0 per mano dei lunghi romani, la reazione arriva ancora con Jordi Ruiz che porta in parità il risultato (6-6) dopo un rimescolamento veloce dello starting five da parte di coach Abes. È Ian Sagar a buttare avanti la testa per la prima volta, subito ripreso da Damiano Berdun che ne mette due di fila. Il primo quarto non dice nulla di nuovo: 12-11 per Roma ma tutto è in bilico. È sempre l’argentino in maglia gialloblu a dominare le marcature in avvio di secondo periodo (14-11). Un colpo di Bienek e la pennellata di Ruiz – su assist del tedesco – rimettono in pari. Roma fa la voce grossa e la tripla di Berdun segna il 22-17. La Unipol è costretta a inseguire, scende ancora sotto con Moukhariq. Ma anche il tedesco della Unipol fa vedere gli attributi: prima una bomba da 3 e poi un canestro spericolato per restare in partita (26-22). Berdun in contropiede rimette distanza ed è sempre lui ad avere le mani sui palloni giusti (14 punti su 30 nei primi due quarti portano la sua firma), suo anche il libero che chiude il secondo periodo con il Santa Lucia in fase di allungo (30-24). Unipol ancora alla ricerca dell’amalgama giusto. Alla ripresa la musica è sempre quella di Roma che arriva a costruire il +9 (35-26), approfittando anche di un momento di confusione tra i tiratori della Unipol, tra palloni persi e tiri sbagliati. Al contrario del Santa Lucia, che invece sembra aver trovato la strada dell’oro e non sbaglia più nulla (63% contro il 39% della Unipol nel terzo tempo). È Moukhariq a trovare tuti i tiri migliori e tiene il tabellone fisso a +10, un divario difeso con grinta fino alla terza sirena (48-38). Con in campo Giulia Saba, Roma gioca forte: Berdun, Cavagnini e Rossetti hanno tanti muscoli e in area si fanno spazio: le marcature sono tutto affare loro, mentre la difesa dei lombardi va in tilt. La Unipol si complica la vita, cercando i tiri più difficili e non riuscendoci. Il nervosismo cresce e i gialloblu ne approfittano rapace, facendo vedere la bella e invincibile Roma che per decenni ha monopolizzato ogni trofeo italiano. Roma, dopo un anno di digiuno, dopo 6 scontri persi contro la Unipol, in Italia e in Europa, si è rimessa in carreggiata. La lotta allo scudetto parte da qui. SEMIFINALI PLAY-OFF: Il campionato non lascia spazio alle amarezze, si parte già sabato 29 con Gara1 di semifinale. Per la Unipol c’è subito il match casalingo contro Santo Stefano, in programma alle 20.30 al Palasport di Seveso. Sarà molto probabilmente la semifinale più equilibrata, almeno guardando le anticipazioni offerte dalla Coppa Italia. Dall’altra parte del tabellone, invece, ci sono Roma e Porto Torres, sfida che non dovrebbe riservare sorprese.