Con profonda tristezza la Briantea84 si unisce al dolore per la scomparsa di Carlo Capararo, storico tecnico del settore nuoto della società canturina che per oltre quindici anni ha dedicato il suo tempo alla crescita sportiva e umana degli atleti, allenandoli con dedizione, appassionandoli allo sport. La sua presenza si è sempre sentita anche fuori dalla vasca, dando supporto e motivazione costante al gruppo staff, ai volontari e alle famiglie.
“Carlo è stato un amico, con una sensibilità di altri tempi, di una grande purezza - ha ricordato Alfredo Marson, presidente di Briantea84 -. Ci prendevamo spesso in giro e amavamo scherzare, ci voleva tanto bene. In tanti con lui hanno imparato a nuotare, trasmettendo semplicità e donando la pazienza mentre insegnava. Sapeva guardare in faccia le persone per quello che potevano dare, cogliendo da tutti la parte migliore e riuscendo a tirarla fuori”.
“Carlo è stato il papà di tutti, un punto di riferimento importante per ciascuno di noi - ha aggiunto Alessandro Pezzani, responsabile del settore nuoto di Briantea84 -. Possono sembrare parole di rito, ma per chi lo ha vissuto è stato così. Personalmente sono cresciuto molto con lui, sia professionalmente che umanamente: abbiamo vissuto il corso allenatori insieme, tra le tante cose. Lui risolveva i problemi cercando di trovare una soluzione che accontentasse tutti, senza fare torti a nessuno. La sua mancanza si sentirà tantissimo”.
“Carlo è stato il mio mentore - ha continuato Ilaria Spadaro, tecnico e responsabile del settore Finp (Federazione Italiana Nuoto Paralimpico) di Briantea84 -. Se io sono in Briantea84 è soprattutto grazie a lui, alla passione che mi ha trasmesso e al punto di vista alternativo che lui ha sempre avuto sulle cose. Un uomo buono, uno dei più buoni che io abbia mai conosciuto”.
“Anche per me Carlo è stato un punto di riferimento - ha concluso Silvia Longoni, tecnico e responsabile del settore Fisdir (Federazione italiana sport paralimpici degli intellettivo relazionali) di Briantea84 -, una fonte infinita di sapere in tutti gli ambiti. Questo lo dico sia per la sua incredibile umanità e sia per l’infinita passione che metteva in tutto quello che faceva, con dedizione e attenzione al prossimo. Carlo rimarrà per sempre colui che mi ha aperto gli occhi verso la bellezza della diversità e che mi ha reso consapevole di quanto sia importante trovare un canale di comunicazione per ciascuna persona. Sono certa che Carlo sia fiero di tutti i suoi atleti e che loro oggi lo possano continuare ad amare alla follia, per la sua bontà, nonostante abbiano il cuore a pezzi. Io ancora non ci credo”.