Chi lo conosce, lo sa bene: nei momenti più cruciali di un incontro, dalla distanza non c’è mano più pericolosa che un avversario possa temere. Carattere, testa e tanto cuore, quello che serve per crederci fino all’ultimo secondo che resta da giocare: è così Adolfo Damian Berdun, l’italoargentino della Serie A Fipic, guardia/ala di punti 3.5 e new entry di casa UnipolSai per la stagione 2016-17. Che è anche quella del suo ventesimo anniversario cestistico. Il suo curriculum sportivo vanta pagine di titoli e riconoscimenti, a livello di club, individuali o vinti con la sua Nazionale, quella argentina, di cui è il capitano.

Ex Santa Lucia - dove ha giocato nelle ultime tre stagioni - parla così del suo arrivo a Cantù: “Sono contento della mia decisione, mi aspetto una grande società dai grandi obiettivi. Già da avversario ho sempre apprezzato il lavoro svolto da questo club: il 22 ottobre sarà la mia prima partita da uomo “di casa”, giocare in un palazzetto come quello di Seveso, con un pubblico così caloroso e con tantissimi bambini sugli spalti, sarà sicuramente una spinta in più per vincere”.

“Ho conosciuto Berdun a Sassari - ha commentato coach Marco Bergna -, un giocatore dalle notevoli qualità offensive. Arriva da tre stagioni giocate ad altissimi livelli con il Santa Lucia Roma, società in forza alla quale ha migliorato ulteriormente il suo bagaglio tecnico. Sono onorato di ritrovarlo a Cantù, il suo innesto ci permette di aumentare la componente offensiva in campo e di avere buone soluzioni da sfruttare anche in ottica Eurolega”.

Nato e cresciuto a San Nicolas (Buenos Aires), nel 2002 si trasferisce in Italia, precisamente in Sardegna, per la sua prima esperienza oltreoceano in forza alla Bads Cagliari. Poi il passaggio alla DinamoLab Sassari (dal 2005 al 2009), cui seguirono due stagioni a Roma con la maglia della Lottomatica Elecom. Il 2011 lo vede di nuovo in Sardegna, sempre in forza alla Dinamo, dove resterà fino alla chiamata di coach Carlo Di Giusto, nella stagione 2013-14. Con la maglia del Santa Lucia Roma, ha sollevato Supercoppa Italiana e Coppa Italia (2014 e 2015), lo Scudetto 2015 e un terzo posto in Coppa Campioni, sempre nel 2015. Di recente conquista con la Nazionale argentina, il bronzo ai giochi Panamericani del 2015 e un argento alla Coppa sudamericana di Cali in Colombia, lo scorso luglio.

DAL CALCIO AL BASKET – “Da buon argentino, la mia infanzia è stata scandita a suon di calci al pallone. Poi, il 17 marzo 1995, a 13 anni, proprio mentre andavo ad allenarmi con la mia squadra, sono stato travolto da un camion. Ero in bicicletta, insieme a me c’era anche mia sorella più grande: volevo proteggerla, e così ho perso la gamba”.

Nel 1996, esattamente un anno dopo, lo sport fece di nuovo capolino nella sua vita. “Giocavo sempre con i miei amici in un centro sportivo: un giorno, dopo l’incidente, sono tornato a trovarli. E solo in quel momento, per la prima volta, vidi una squadra giocare a basket in carrozzina. Rimasi stupito, prima di allora non mi ero mai accorto di nulla, eppure erano sempre stati lì!”.

Non servì troppo tempo a Berdun per entrare a far parte del club: l’Adyr de San Nicolas
, allenato da Victor Ismael Bava. Qui rimarrà fino al 2003 (con una sola parentesi in forza al Cilsa di Buenos Aires nel 2000), vincendo 2 volte il campionato di serie B (nel 1998 e nel 2002) e il titolo di Campione nazionale d’Argentina nella massima serie nel 2003. Nel 1999 arrivò la prima chiamata in Nazionale, di cui oggi porta con orgoglio la fascia da capitano: “Non è facile spiegare cosa significhi ricoprire questo ruolo, una sensazione indescrivibile. Vestire l’albiceleste è sempre stato il mio sogno e lo è ancora oggi ogni volta che la indosso. Personalmente, è il motivo per cui mi alleno e mi sono sempre allenato tanto”.

OLTRE IL BASKET - Cresciuto in una famiglia numerosa, unico maschio tra tre sorelle, Alicia, Patricia e Norma, la più piccola di casa. In Sardegna, oltre al basket ha trovato anche l’amore: è sposato con Denise, conosciuta a una festa a Sassari e portata all’altare nel 2007, e ha due figli, Amparo di 11 anni, e Federico, di 3. “La famiglia ricopre un ruolo fondamentale nella mia vita, è sempre al mio fianco nelle decisioni più importanti, gioisce con me nelle vittorie e mi sorregge nelle sconfitte”.

Determinato e glaciale in campo, si descrive come una persona tranquilla e di buon umore nella vita quotidiana. Tra i suoi hobby, guardare la tv e ascoltare folklore, la musica tradizionale argentina. Il suo idolo sportivo è italoargentino, proprio come lui: Emanuel David Ginobili, il genio della Generacion Dorada argentina, casacca numero 20 dei San Antonio Spurs (Nba).