Gli incubi a volte ritornano e hanno il volto, le mani e la grinta del Santa Lucia Roma. La Supercoppa italiana – disputata nella Repubblica di San Marino il 2 ottobre – è stata vinta dai capitolini che, dopo aver messo le mani sullo scudetto alla fine della scorsa stagione, hanno infierito nuovamente sugli storici rivali canturini, rimettendoli a tacere esattamente come l’ultima volta. Una partita non bella da vedere, a tratti sospesa in una lentezza surreale ma sicuramente incerta fino all’ultimo minuto, terminata per 37-33 in favore dei romani grazie alla grinta del leone Dario Di Francesco. Sempre poche le lunghezze di distacco tra il Santa Lucia e i brianzoli per tutto l’incontro, ma poca anche la voglia di Cantù di prendersi quella rivincita che da tempo covava. Questa è la prima Supercoppa italiana giovanile, in quattro anni di storia del Trofeo Martin Mancini, che esce dalla bacheca di Briantea84. Per il Santa Lucia una doppietta storica. I banditi allenati da Giovanni Cantamessa si sono fatti mettere subito i piedi in testa: il 4-0 bruciante con cui ha preso avvio il match in favore dei Campioni d’Italia non è stato un viatico eccellente per Cantù, soprattutto ha assegnato alla Unipol il ruolo di perenne inseguitrice. Mai pienamente lucida, con molti errori al tiro e una lista di palle perse inspiegabile, la formazione lombarda non ha saputo capovolgere l’inerzia lasciando a Roma i tempi e gli spazi per poter colpire. Con i suoi pivot imbavagliati, il quintetto biancoblu ha cercato in Pilade Rosa e Davide Schiera di tenersi a galla. All’intervallo ancora Roma davanti di 15-13, ma alla ripresa Cantù è rimasta negli spogliatoi mentre il Santa Lucia metteva i palloni giusti nelle mani dei suoi terminali offensivi, Di Francesco e Obino, volando a +8 (13-21). Spaesata, la Unipol ha cercato di ripartire ma senza riuscire effettivamente a fare paura agli avversari. La parità è arrivata per la prima e ultima volta a metà dell’ultima frazione di gioco (29-29), riaccendendo le speranze dei biancoblu, ma nel finale è arrivata la zampata finale di Roma, insieme ai cori di vittoria. “I nostri errori hanno fatto vincere Roma – ha commentato Giovanni Cantamessa -, li abbiamo aiutati parecchio. Tutte le volte che recuperavamo palloni importanti, li perdevamo in contropiede. contro avversari ostici come il Santa Lucia non si possono commettere così tanti errori. Sicuramente subivamo una pressione psicologica ingiustificata, ma ora dobbiamo metterci una pietra sopra. Dopo lo scudetto perso e questa Supercoppa, deve arrivare una svolta nel gruppo, in questa stagione mi aspetto un salto in avanti, altrimenti non andiamo da nessuna parte. La presenza di Malik Abes in panchina e d’ora in avanti negli allenamenti, porterà sicuramente un progresso sul lavoro individuale e sull’impegno che chiederemo ai giocatori”. “Abbiamo iniziato col piede sbagliato – ha aggiunto la vice Chiara Ruggieri -. Troppe palle perse e tiri insensati, la squadra non ha dimostrato di avere compattezza e un’idea chiara dei ruoli in campo. Erano tutti sfasati. Dobbiamo iniziare a lavorare duro sui giochi a due e sulle prestazioni dei singoli soprattutto nei momenti di pressione”.