Uno è nato in Italia, l’altro in Alabama. Dopo una stagione insieme a Cantù, uno scudetto e una Supercoppa, si sono ritrovati nella umida estate sudcoreana per disputare il loro primo Campionato del Mondo. Uno vestito di azzurro, l’altro con stelle e strisce cucite sul petto. Non conta molto la maglia di appartenenza, i brividi, le tensioni, l’adrenalina sono uguali. Francesco Santorelli e Brian Bell hanno saputo rendere memorabile il loro viaggio a Incheon e sono tornati a casa con molti ricordi da raccontare. Una cosa è certa: entrambi alla prima apparizione in una competizione mondiale hanno fatto parlare di sé. Santorelli, nato a Napoli, da 4 stagioni nella Unipol Briantea84 e un passato solido nell’Under22, ha saputo guadagnarsi con silenzio e impegno un posto nello starting five azzurro. I numeri del suo Mondiale fanno impressione, soprattutto se rapportati alle aspettative iniziali: 27.26 minuti giocati a partita, con 3.5 punti e 1.8 rimbalzi. Non male per un ragazzo di 22 anni al suo debutto sulle scene del basket che conta. “Davvero non mi aspettavo di giocare così tanto – ha ammesso con modestia Francesco, che dalla Sud Corea è tornato a Desio, dove da pochi mesi vive con la fidanzata – ho vissuto emozioni fortissime. Certo, non ci devi pensare, né a dove sei né a quanto è importante il torneo, altrimenti la paura ti blocca. All’inizio ho avuto un po’ di tensione, poi mi sono dimenticato di tutto e ho iniziato a giocare. Anche il gruppo mi ha aiutato, eravamo molto uniti, i compagni hanno fatto molto per farmi sentire a mio agio”. E non sono mancati i riti d’iniziazione: “Io e a Filippo Carossino, che eravamo nuovi, abbiamo dovuto subire un taglio di capelli: ci hanno rasato su un lato la scritta ‘Italia’. Meno male che li avevo già corti ed è stato meno traumatico. Non stava poi così male. Questa sarà una delle cose che ricorderò, insieme al pollo fritto che ci davano da mangiare tutte le sere, un incubo, lo sognavo anche di notte. Mentre la partita più bella in assoluto è stata quella contro gli Stati Uniti”. In campo per 40’, 4 punti con 2/2 al tiro: la straordinaria vittoria dell’Italia sugli Stati Uniti, prima nella storia e cruciale per l’accesso ai quarti di finale, ha visto tra i più tenaci combattenti proprio Santorelli. Di fronte – per la prima volta come rivale – il compagno di squadra Brian Bell, che dopo quella sconfitta ha fatto fuori Iran e Spagna ed è volato alla finale per il trofeo iridato, persa contro l’Australia. Anche per Bell un tabellino generoso: 17.51 minuti giocati nel quintetto titolare, 13.8 punti e 4 rimbalzi. La guardia americana, arrivata un anno fa a Cantù subito dopo la prima convocazione in nazionale per disputare l’Americas Cup (vinta contro l’Argentina), è tornata da Incheon con in tasca un titolo di vice campione del Mondo e così si presenterà al cospetto del prossimo campionato italiano. “Questo Mondiale è stato incredibile – ha raccontato Bell –, i campi di gioco erano molto buoni, così come l’hotel in cui siamo stati. Gli organizzatori hanno davvero fatto molto: c’erano centinaia di volontari e aiutanti che ci hanno dato una mano durante tutto il nostro soggiorno. Uno dei migliori tornei a cui abbia mai partecipato. È stato anche divertente incontrare i miei compagni nelle altre nazionali, scambiavamo due battute sempre e ci auguravamo buona fortuna. “La squadra era per molti versi nuova – ha aggiunto Brian, rientrato in America per le vacanze estive prime di volare di nuovo a Cantù per la prossima stagione -, e nonostante tutto siamo riusciti a giocare bene per tutto il torneo. Sapere che siamo stati così vicini alla medaglia d’oro dimostra che abbiamo tutto quello che serve per essere al top. Sono davvero orgoglioso di quello che abbiamo realizzato”.