Eh già, quest'anno niente Tokyo... ho sempre voluto chiamare le cose col proprio nome e questa per me è una sconfitta”. Si è aperto così il messaggio che Marco Maria Dolfin ha pubblicato in questi giorni sui propri canali social. Una lettera a cuore aperto dell’atleta della BLM Briantea84 Cantù, un saluto al nuoto agonistico, ma anche tanti ringraziamenti a tutte quelle persone che hanno condiviso con lui gioie e dolori. Una carriera sportiva che ha toccato l’apice con il quarto posto nei 100 rana SB5 alla Paralimpiade di Rio nel 2016, esperienza internazionale che purtroppo non si ripeterà quest’anno in Giappone. L’ultima uscita ufficiale rimarrà quella ai Campionati Estivi Assoluti di Napoli (10-11 luglio 2021, ndr) nella città in cui “tutto è iniziato e sempre lì è stato giusto appendere occhialini e cuffia al chiodo, senza rimpianti, dopo aver dato tutto”. Nella sua bacheca personale anche un argento all’Europeo di Dublino (2018) e nel 2016 un bronzo all’Europeo di Funchal (sempre nei 100 rana SB5).
“È stato un viaggio emozionante, con partenza da Napoli e arrivo a Napoli: in mezzo il giro del mondo - ha commentato Alessandro Pezzani, tecnico di Dolfin e responsabile del settore nuoto di Briantea84 -. Il rapporto tra me e Marco è andato oltre quello che ci può essere tra un allenatore e un atleta: è capitato che le nostre mogli ci prendessero in giro perché ci sentivamo di più tra di noi che con loro. Però tutto questo approfondimento è servito per capire cosa bisognava mettere a posto, comprendere nel profondo di cosa avesse bisogno Marco. Io ho cercato di essere sempre al suo servizio, come un tecnico dovrebbe fare, rispettando i ruoli. Per me è stata un’esperienza bellissima perché ho potuto preparare per la prima volta nella mia carriera dei Campionati Italiani di un certo livello, con finali Open, poi campionati europei e infine una Paralimpiade. Dal punto di vista professionale è stato gratificante: ringrazio la Briantea84 per aver avuto fiducia in me e aver creduto nelle mie potenzialità, lasciandomi carta bianca in tutte le decisioni prese. L’unico rammarico che trovo nella carriera di Marco sono i 200 misti di Rio 2016, una gara bellissima in cui abbiamo avuto una difficoltà che ha compromesso il risultato finale. Per il resto è stato tutto perfetto: quarto posto a Rio, medaglie europee e vari record italiani ottenuti. Nella mia voce c’è solo gratitudine per l’esperienza vissuta, per aver conosciuto una persona come Marco e per aver lavorato con tutta la Briantea84 che mi ha permesso di esprimere al meglio le mie potenzialità. Questo viaggio non si può dimenticare facilmente, il rapporto tra me e Marco continuerà. Non sono sicuro che appenderà il costume al chiodo per sempre (sorride, ndr), ma risentiremo parlare presto di lui, anche se adesso è giusto che si possa prendere una pausa. Come ultimo, ma non per importanza, ringrazio Samanta e Claudia (rispettivamente le mogli di Dolfin e Pezzani, ndr) per averci permesso di dedicare tempo a questo viaggio. Avrei voluto vedere un’altra storia senza Covid-19 con la prestazione di Marco alle World Series del 2020, lì era al top della forma e avrebbe sicuramente conquistato un tempo diverso per poter accedere alla Paralimpiade di Tokyo. È andata così, ma ora non mi resta che augurare a Marco tutto il meglio per il suo futuro”.
“Cosa dire: le parole di Dolfin mi hanno molto emozionato - ha commentato Alfredo Marson, Presidente di Briantea84 -. Siamo orgogliosi di essere stati rappresentati in Italia, in Europa e nel Mondo da Marco, un vero campione di questo sport. Un atleta che non si è mai risparmiato, che più volte ci ha fatto gioire rendendoci veramente felici: un onore averlo avuto con noi. Penso a tutto quello che ha scritto nella sua carriera, al valore dell’uomo e dello sportivo agli occhi dei nostri atleti più giovani. Un patrimonio del nuoto, un pezzo di storia. Gli auguro il meglio per il suo futuro, con la speranza che possa rimanere vicino alla nostra società e al movimento”.
Il messaggio integrale di Marco Maria Dolfin:
“Eh già, quest'anno niente Tokyo... ho sempre voluto chiamare le cose col proprio nome e questa per me è una sconfitta. Non mi è mai piaciuto perdere ma ho sempre cercato di coglierne gli stimoli giusti per una nuova rincorsa. Il lato positivo di questa legnata probabilmente è stato solo il lungo percorso per arrivarci, iniziato in quel lontano 2013 ai miei primi Campionati Nazionali a Napoli dove ho conosciuto il mio attuale allenatore Alessandro e con il quale, insieme alla Briantea84, a Samanta in cabina di regia a casa, a Nunzio a trovare ogni spazio acqua libero, abbiamo inseguito un sogno che sembrava irrealizzabile ma che si è concretizzato a Rio nel 2016. Ovviamente l'appetito vien mangiando quindi una seconda Paralimpiade non mi sarebbe dispiaciuta, magari con Mattia e Lorenzo spettatori dal vivo, ma nello sport è così. Grandi obiettivi significano grandi soddisfazioni ma anche grandi batoste quando non li raggiungi. Sarebbe stato bello fare la mia ultima gara in Giappone, ma forse a Napoli è stato più corretto chiudere il cerchio. Lì tutto è iniziato e sempre lì è stato giusto appendere occhialini e cuffia al chiodo, senza rimpianti, dopo aver dato tutto. In questi ultimi anni ho chiesto davvero tanto a chi mi è stato vicino. Saluto il nuoto agonistico grato delle soddisfazioni che mi ha dato e dei sogni che mi ha concesso di realizzare: amo lo sport ma purtroppo ancora di più la competizione e se non riesco a competere ai massimi livelli non mi diverto. Un ringraziamento va anche alla Finp (Federazione Italiana Nuoto Paralimpico), alle Fiamme Oro e ai compagni di squadra: a loro l'augurio di continuare a spingere sempre al massimo e di portare avanti i valori di lealtà dello sport, indipendentemente da tutto. Siamo pronti a fare il tifo da casa e a vivere quelle emozioni ancora, questa volta in modalità smart working”.