Unipol galattica, ma Roma quanto fa paura. Non era una partita qualunque, si sapeva: l’ennesima prova generale di grandi finali sognate o la solita caccia alla rivincita, da qualunque parte la si guardi Unipol-Santa Lucia Roma vale tutte le promesse, pura accademia del basket in carrozzina, condito di sudore e passione. Il meglio che c’è. A Seveso finisce come sempre da quasi due anni a questa parte: il campo brianzolo conosce un solo padrone, la Unipol lo difende con i denti stretti, rischia tantissimo, ma si tiene questo primato chiudendo i conti con un sofferto 61-59. Nello stesso momento infrange quello di Roma, che per la prima volta in questa stagione è costretta ad abbassare la testa. Nessuno stravolgimento della classifica, che vede il Santa Lucia sempre in testa (16 punti), Unipol alle spalle ma più vicina (14 punti), a seguire Santo Stefano e Porto Torres a difendere il posto nei play-off. Grande spettacolo di pubblico: un palasport tutto esaurito, la coreografia più bella per la partita più attesa, una folla di mani, bandiere, striscioni, trombe. E tantissimi sorrisi. Sono in mille sabato sera a Seveso e tifano per i Campioni d’Italia ma non solo, ogni canestro è una festa. Ed è bello così. Tantissimi bambini, sono più di 100 in prima fila, a pochissimi metri dall’azione, per vedere da vicino i loro eroi. “Che partita pazzesca – commenta ancora adrenalinico Malik Abes – noi arrivavamo da una brutta sconfitta e dovevamo assolutamente dimostrare prima di tutto a noi stessi che eravamo ancora in gioco. Ci siamo riusciti e, cosa ancora più importante, abbiamo tenuto fede all’impegno di questa imbattibilità casalinga. Certo, poi riuscirci contro Roma non è mai facili, si è visto dal finale. Oltretutto siamo arrivati da una settimana complicata, con due pedine fondamentali come Sagar e Damiano a mezzo carico. Era molto rischioso. Coach Abes mescola le carte: in campo non il solito collaudato starting five, ma un quintetto inedito, con Ruiz, Bienek, Santorelli, Sagar e Bell. Complice anche l’infortunio alla spalla di capitan Damiano, tenuto a riposo fino a metà del terzo periodo. Di Giusto tenta la carta Ion, come nella gara d’andata a Roma, ma questa volta la rosa-tutto-pepe non sortisce la stessa sorpresa. Primi due punti portano la firma di Matteo Cavagnini. Jordi Ruiz dalla lunetta aggiusta (2-2). Nei primi 5’ di gioco è un lavoro da fabbri, tutta difesa e colpi più o meno proibiti. Canestri pochi. Prova a sbloccare il capitano della nazionale, con due canestri che portano Roma a +4 (8-4). Ma Bienek ha la mano calda, trova il suo spazio e infila i palloni che rimettono a posto la situazione. Con un gioca da 3 di Martin Edwards (su fallo di Raourahi) la Unipol prova a mettere la testa avanti ma è proprio il numero 10 del Santa Lucia a mettere il sigillo sul primo quarto, chiuso sul punteggio di 11-12. La tensione corre sul filo delle lame, affilatissime da entrambe le parti. Non potrebbe essere diversamente. Così come l’inseguimento serrato: i canestri si inseguono, senza dare a nessuna delle due un minimo vantaggio, la speranza di una fuga. Anche il secondo quarto è denso, il tempo scorre al rallentatore. La tripla di Bienek infiamma il palazzetto, la Unipol va sul 22-19 ma ci pensa il solito Cavagnini a spegnere il fuoco, riportandosi sotto. Una lotta ad armi pari, la sensazione è che se continuassero a giocare per una giornata intera, l’ago della bilancia sarebbe sempre spaccato a metà. A 1’ dalla sirena dell’intervallo, una manovra inglese della coppia Sagar-Edwars porta la Unipol a respirare ossigeno a +4 (30-26). La marca spagnola arriva allo scadere con Ruiz e vale un coriaceo 32-27 per i padroni di casa che chiudono il secondo parziale in positivo (21-15). Finalmente anche Brian Bell mette il suo nome a referto, i suoi primi due punti valgono il 36-29 con cui si apre il terzo periodo. Con l’assolo di un Bienek in strepitosa forma la Unipol spinge sull’acceleratore, è il tedesco a portare i biancoblu a + 10 (41-31), il primo vero distacco, la prima fiammella accesa nella panchina biancoblu. Con questo slancio, i brianzoli cercano di costruire un argine e respingere il Santa Lucia oltre il Tevere. Roma però non molla niente. Uno per volta, canestro su canestro, ci priva a chiudere la forbice. Capitan Pellegrini prova a ricucire il divario quando terminano i primi 30’ di gioco (45-38). Ma tutte le volte, la Unipol respinge al mittente, Linblom – pur non nella sua serata di grazia – è puntuale quando serve e poi arriva sul muso il pugno di ferro di Bienek, indemoniato e implacabile, alla fine meritato top scorer dell’incontro (24 punti). Pensare che una partita con Roma possa dirsi chiusa prima del fischio finale è un grossissimo errore. Lo sanno tutti, chi gioca lo sa per esperienza e chi sta a guardare se ne accorge dagli occhi dei gialloblu. Maschere di tensione e determinazione. Pellegrini e compagni tengono sempre la porta aperta: dai liberi di Cavagnini per il 57-51 parte la rincorsa del Santa Lucia. Ci crede molto, e quasi sfiora l’impresa. A 1’ dalla sirena i capitolini sono ancora a -5 (57-52) e il loro fiato si fa sentire, non c’è da restare calmi. Arriva anche la tripla di Berdun che segna il 59-55 fatale e da giocare ci sono ancora 51 lunghissimi secondi. Tutto è ancora possibile. Ancora di più quando Bienek, con un raptus, si fa buttare fuori per un tecnico a 50’’ e manda in lunetta l’italoargentino Berdun, che ovviamente non spreca l’occasione e porta il Santa Lucia a – 2 (59-57). Brividi di paura. È lo stesso Berdun poi a restituire il favore, commettendo fallo su Lindblom e lo svedese ha mano ferma nel segnare i due liberi (61-57). Non è ancora finita: Raourahi fa tremare il palazzetto quando realizza il 61-59 a 15’’ scarsi dall’apocalisse. La salvezza della Unipol sta nel ferro colpito da Berdun che manca di pochissimo la bomba da tre che avrebbe potuto cambiare tutto.