Ammirata nelle prime gare di questo avvio di stagione, è la cultura giapponese dei Mecha a ispirare la nuova maglia da gioco della Unipol Briantea84. Ideata e disegnata da una firma prestigiosa: Davide Barco, illustratore sportivo di grande fama, con collaborazioni internazionali con Fanatics, UFC, NY Times e Sport Illustrated. Il concept richiama, appunto, i “robottoni” giganti pilotati all’interno da esseri umani. La texture riprende proprio l’idea di una meccanica azionata internamente da esseri umani e mossa dal grido di “Sit down and fight”, siediti e combatti.
Da sabato 6 dicembre, in occasione della sfida tra Unipol e Asinara Waves Porto Torres, è possibile prenotare al PalaMeda la maglia che indossano in campo i tuoi idoli. Oppure è possibile farlo già ora scrivendo a [email protected].
Davide Barco: “La decisione di lavorare con Briantea84 è stata molto semplice, non ho dovuto pensarci molto, prima di tutto perché conoscevo la squadra di fama e quindi, quando i numeri uno ti chiedono una mano, è sempre un motivo di orgoglio. Secondo perché stiamo parlando di una società veramente attiva per il sociale e io sono un convinto sostenitore del restituire una parte del bene che riceviamo: ho visto questa come un’opportunità di poterlo fare.
Per quanto riguarda l’idea, volevo qualcosa che celebrasse il connubio con la carrozzina. Mi sono ispirato ai grandi robottoni da combattimento giapponesi, che sono degli inermi assembramenti di metallo ma una volta che il pilota ne prende il controllo, il connubio dei due crea dei super combattenti inarrestabili.
Mi piace pensare che gli atleti di Briantea84 siano delle persone tranquille, che però nel momento in cui vestono la divisa e si siedono sulla carrozzina da gioco, si crei quella magia che li trasforma in macchine da competizione e che siano un tutt’uno con la carrozzina. Infatti, il concetto alla base del design è ‘siediti e combatti’.
Ho la fortuna di fare quello che per me è il lavoro più bello del mondo. Quindi, in questo caso, ho chiesto a Briantea84 di trasformare quello che sarebbe stato il mio pagamento in una donazione alla squadra di baskin dove gioca mio fratello. Siccome non riesco ad andarlo a vedere complice la distanza (io sono a Milano e lui sta nella provincia di Padova) ho pensato di fare la mia piccola parte da qui”.