Sembra essere tornati indietro di due anni: un salto nel passato dove la sfida tra Roma e Cantù era di quelle da segnarsi sul calendario perché perderla sarebbe stato un delitto. Indipendentemente da chi avrebbe vinto. Dopo una stagione in ombra, i romani hanno ripreso il passo delle big del campionato e, in casa loro, dopo aver giustiziato Giulianova prima di Natale, ora hanno fatto lo stesso con i Campioni d’Italia. Un pesante 64-54 racconta una partita interamente dominata dai padroni di casa, determinati e lucidi, mentre la UnipolSai per tutti i 40’ non ha saputo trovare il suo ritmo. Prima sconfitta stagionale per gli uomini di coach Marco Bergna che vengono raggiunti in classifica da Santo Stefano, mentre Roma consolida la terza piazza davanti agli abruzzesi. Un campionato che si complica ulteriormente e che promette sorprese.
“Sapevamo che non sarebbe stata una partita facile, si è dimostrato così – ha ammesso Bergna -. Siamo arrivati spavaldi, non abbiamo mai trovato il ritmo partita, abbiamo tirato male. Bravi i nostri avversari che hanno disputato una partita perfetta. Sconfitta meritata, non siamo stati capaci di imporre il nostro gioco: 5 falli in due tempi significano che non abbiamo difeso come sappiamo, concedendo troppo a una squadra che si è caricata di questa nostra debolezza. Il secondo quarto ci ha affossato: quel -10 ce lo siamo portato avanti, siamo stati bravi a recuperare, ma ci è mancata la lucidità per ritrovare il feeling col tiro e aggiudicarci questa partita difficile. Bisogna archiviare il prima possibile questa brutta prestazione, tornare in campo e macinare chilometri e sudore. Solo così sapremo affrontare le sfide che ci aspettano”.
Il primo quarto si apre nel segno dei biancoblù, con Adolfo Berdun e Ahmed Raourahi a dettare il ritmo fino al 4-8, ma dopo l’aggancio dei romani per mano di Cristian Fares (8-8), la musica cambia: il Santa Lucia prende fiducia, mentre i biancoblù fanno fatica a trovare le misure, imprecisione e caos nelle decisioni non aiutano la lucidità. È di Marco Stupenengo il primo vantaggio capitolino (12-10 a metà tempo) e da questo momento per la UnipolSai inizia l’inseguimento. Il massimo vantaggio di Roma arriva col 17-12 siglato da Torquati a 2’ dalla prima sirena, poi è Berdun a chiudere i primi 10’ sul 17-14.
Con una tripla delle sue, Berdun porta il tabellone in parità (17-17), mentre Sagar e Raourhai tengono il passo e sembra iniziare la risalita (17-20). Il Santa Lucia non lascia scappare la sua preda. Sul 19-22, il quintetto di Fabio Castellucci piazza un break pesantissimo di 9-0 costruito da un’orchestra di 4 fiati: Beltrame, Di Monte, Vera e Cavagnini (28-22). Qui si decide il match, da questa zampata la UnipolSai fatica a riprendersi. Ci provano disperatamente i senatori Sagar e Berdun ma fermare un onda con l’ombrello è molto difficile. Il Santa Lucia scappa via e chiude il terzo tempo con un solido vantaggio (35-27).
Un lampo squarcia il cielo nero che oscura Cantù: subito un +6 alla ripresa per la UnipolSai, tutto di Giulio Papi (37-33), anche se la strada è lunga e Roma non ha nessuna intenzione di perdere il controllo. Daniele Beltrame rimette distanza (39-33), ma la difesa di Cantù inizia a girare come dovrebbe e il contropiede non perdona: Capitan Sagar con il cecchino Raourahi riportano la squadra in parità (39-39) e poi finalmente in vantaggio dopo ben 20’ di gioco (39-41). Beltrame è di nuovo provvidenziale per la parità e, dopo un minuto di cambi di campo infruttiferi, è sempre lui a consegnare a Carlos Vera il pallone della tripla (44-41). Dopo il canestro di Berdun per il -1 (44-43), è sempre lo spagnolo con la mano calda a punire la UnipolSai nell’azione successiva (46-43). Esteche rimedia subito, ma l’ultima parola è ancora di Beltrame che trasforma un fallo subito dalla lunetta (47-45).
Ultimi 10’ di sudore e passione: ci si gioca tutto e solo chi avrà la mano più fredda potrà uscire vincente da questa sfida d’altri tempi. Roma ha il coltello tra i denti e sfrutta la carica del suo pubblico per mettere a segno il colpo più prestigioso del campionato. È di Alberto Esteche la bomba che – a 6’25’’ dalla fine – riporta allo zenit le squadre sul 52 pari. Clima bollente e nervi tesissimi, Marco Stupenengo con i denti riesce a infilare nella retina due canestri pesanti come il piombo (56-52) e mentre la UnipolSai non riesce a fare pace col ferro, Cavagnini tira fuori un colpo dei suoi per il 59-52. Dopo il time out di coach Bergna, si gioca ancora 1’44’’ e la possibilità di errore per la UnipolSai è pari a zero, inizia l’agonia del fallo sistematico. Dalla lunetta Giulio Sanna fa 1/2 (60-52), Cavagni fa lo stesso per il 61-52 e poi dopo pochi secondi ancora per il + 10 (62-52). Raourhai in contropiede fa brillare per l’ultima volta la stella biancoblù con una veronica delle sue, ma la partita è tutta nella mani di Roma che si aggiudica questa prestigiosa vittoria per 64-54.