La serie si conclude a gara3: l’Avis Santo Stefano conquista il primo scudetto della sua storia, interrompendo una scia vincente che per la Unipolsai durava da quattro stagioni. Dieci trofei vinti, tre scudetti consecutivi. Una supremazia che si è interrotta per mano di una squadra tenace e che ha creduto nel suo sogno. In tre partite i marchigiani hanno dimostrato che era possibile riscrivere i libri, dopo 12 scontri persi contro una Cantù che per la prima volta si è dimostrata fallibile. Il terzo atto di questa rivoluzione, finito 70-66 al Palaprincipi, ha dimostrato che la forza mentale può oltre ogni valore tecnico. 

“E’ stata ancora una partita sofferta per noi – ha esordito Marco Bergna -, dalla nostra possiamo dire che abbiamo combattuto e lottato fino alla fine, nonostante il -12 a pochi minuti dalla fine. Siamo stati bravi a rientrare, ma forse non lo abbiamo fatto con il giusto carattere per sconfiggere degli avversari così motivati. Ci hanno imposto un grande ritmo, un attacco molto dinamico e una difesa asfissiante. Abbiamo subito molto, forse non eravamo la Briantea di sempre. Ci è mancata la lucidità che abbiamo sempre, abbiamo perso tre palloni consecutivi quando eravamo a -2 con possibilità di ribaltare le sorti di questo match. Bravi loro ad avere la concentrazione per chiudere non solo la partita ma tutta la serie, uno scudetto sicuramente meritato”.

Primo possesso, stesso copione. Palla nelle mani di Jacopo Geninazzi e primo assalto. Giulio Papi dietro al blocco non sbaglia: 2-0. Si procede colpo su colpo: Bedzeti e Ruiz contro Papi e Geninazzi. Si va in parità (6-6). Le marcature sono nelle mani del numero 4 biancoblù, Santorelli subisce fallo e capitalizza tutto dalla lunetta per il 10-6 UnipolSai. I toni sono ben diversi dalle prime due sfide: i canturini hanno testa e determinazione, lucidità che permette di trovare le soluzioni più semplici e l’uomo al posto giusto. Santorelli per il 14-10, ma Santo Stefano non molla e con Bedzeti e Ruiz si riporta in parità. Il bonus falli finisce e ora ogni penalità conta: Berdun sfrutta la prima, poi vola in contropiede per il 18-14 e ancora ribatte il ferro con il 20-14. Carossino rileva il posto di Papi, ma la scelta non si rivela fortunata: Schiera dalla lunetta da 1 su 2 e Ruiz ribatte per il 17-20 su cui suona la prima sirena.

L’onda biancoverde si alza e trova spazio per allargarsi: Bedzeti da sotto ruggisce e segna il primo sorpasso, mentre Mehiaoui mette la sua zampata per il 23-20. Un break di 9-0 pesante, che costringe coach Bergna a cambiare tutte le carte in tavola: fuori Santorelli-Raourahi-Carossino per lasciare il posto a Sagar-Perez-De Maggi. Anche Ceriscioli mette mano al quintetto inserendo Ghione e Feltrin al posto di Giaretti e Schiera. Il gigante di Santo Stefano fa da perno e fa il 27-24, ma De Maggi e Papi non stanno a guardare (27-26). Mehiaoui la mette da casa sua (30-26), poi con mano calda rincalza la dose per il 35-27, con metà del secondo quarto da giocare. Time out Cantù: alla ripresa è sempre il francese a dettare legge, segna da ogni parte del campo e lancia un vero e proprio allungo (39-28). Risponde subito Sagar, ma una distrazione di De Maggi costa il contropiede di Ruiz per il 41-30. Papi subisce fallo e fa 2/2, poi Sagar riceve un passaggio razzo di Berdun e da solo mette il 41-34 a 1’25’’ dalla pausa lunga. Il capitano biancoblù accorcia le distanze portandosi a -5 (41-36), poi ci pensa il solito Mehiaoui a togliere le castagne dal fuoco piazzando la terza tripla della partita per il 44-36. Squadre negli spogliatoi.

Torna in campo il quintetto di partenza per la UnipolSai. Raourahi sbaglia da sotto, ne approfitta subito Mehiaoui per il nuovo +10 di Santo Stefano (46-36). Geninazzi dalla lunetta non smuove il tabellone, Berdun in contropiede fa il 38-46 e poi di nuovo in un testa a testa col francese il 46-40. Ruiz dalla sua mattonella risponde colpo su colpo, ma è ancora Berdun a mettere il pallone bollente (48-42). Nonostante la fatica, Santo Stefano è come Re Mida: ogni pallone che tocca sono punti. Il divario non si riduce. Sagar torna nella mischia, finora l’unico insieme a Berdun ad avere il 100% dal campo. Papi alza la voce e la UnipolSai torna a -6 (48-54), con 2’ sul cronometro. Il punto numero 50, a -5 porta la firma di Giulio Papi, Mehiaoui costretto a un tiro forzato sbaglia e di nuovo Papi a 3’’ dalla fine mette il fatidico -3 (55-52).

Ultimo quarto pesantissimo, Ruiz mette il 57-53, poi Papi dalla lunetta riaccorcia le distanze. La UnipolSai pasticcia nei passaggi e perde possessi importanti, lasciando a Santo Stefano lo spazio per scappare. Mehiaoui fa il 60-54, Santorelli con le mani addosso trova il -4. Papi lasciato solo trova la retina del 60-58, a 5’ dalla fine. Raourahi commette fallo su Bedzeti che non sbaglia dalla linea di carità (62-58), poi il folletto Mehiauoi riporta i suoi a +6 (64-58), Santorelli trova un gioco da tre che tiene la UnipolSai in partita (61-64) con 2’ da giocare. Sono azioni ad altissimo stress: ultimo minuto con 4 punti da recuperare per la UnipolSai: Berdun subisce fallo e dalla lunetta segna il primo, il secondo finisce nelle mani di Sagar che piazza il 65-64 con 50’’. Bedzeti per il 67-64, time out Cantù e 41’’. Raourahi trova il suo colpo da maestro e il tabellone torna a tremare (67-66), da qui il tempo viene scandito dai falli: Santorelli spende il suo quinto e lascia il posto a Morato. Dalla lunetta Ruiz mette il primo (68-67), il secondo è nelle mani di Sagar, l’azione riparte, Papi prova a colmpare il gap ma la sua tripla trova il ferro. Berdun ferma Mehiaoui, che ripete l’1/2 del compagno (69-66), Bedzeti si fa trovare sulla traiettoria di Sagar e torna in possesso della palla a 10’’, costringendo Raourahi al suo quinto fallo. I titoli di coda iniziano a scorrere quando Bedzeti mette a segno il primo dei due liberi, a 3’’ dalla sirena. Lo scudetto 2019 è nelle mani dell’Avis Santo Stefano.