Quarto posto per l’Aurora Ugf alle Finali nazionali del campionato Special Basket 2011. Le gare si sono svolte il 7 maggio a Villaputzu, in provincia di Cagliari, organizzate dalla Polisportiva Olimpia che si è anche aggiudicata il titolo tricolore in finale contro la rappresentativa di Limbiate. Un weekend tra iniziative ricreative e partite di pallacanestro per la squadra canturina che dal 6 all’8 è stata ospite in una struttura vacanziera a Castiadas, sul bel litorale della Costa Rei. Probabilmente la parte di svago ha preso il sopravvento su quella prettamente sportiva, dato che le squadre coinvolte – per un totale di 44 atleti e un corposo staff al seguito – sono state infilate in un programma molto serrato di appuntamenti, tra cui una conferenza stampa alla presenza delle autorità locali e due feste serali con musica e balli nella piazza centrale di Villaputzu. Le quattro gare – qualificazioni, semifinale e finale – si sono svolte nella giornata di sabato, con un ruolino di marcia piuttosto sostenuto per gli atleti, che si sono ritrovati in campo senza un attimo di sosta. L’esordio per l’Aurora non è stato dei più felici dato che si è ritrovata davanti la formazione dei padroni di casa cagliaritano, molto determinata e aggressiva nella sua marcia verso la vittoria finale. Una gara lunghissima, molto combattuta e fisica – soprattutto da parte dei marcatori isolani – che si è conclusa col risultato di 22-33 in favore della Polisportiva Olimpia. In evidenza, sul fronte canturino, la prestazione di Claudio Buzzolo (miglior scorer con 7 punti), vero e proprio centravanti di sfondamento per portare palla nell’area sarda. Nel secondo match di qualificazione, contro Trento, l’Aurora è riuscita e esprimere un gioco migliore, aiutata dalla minore fallosità degli avversari, portando a casa la prima e ultima vittoria della giornata per 19-21. Ampiamente in vantaggio fino alla seconda metà dell’ultimo quarto (11-20), la rappresentativa biancoblu ha sabito il ritorno dei trentini che con un breack pesante di 8-0 ha messo in bilico un foglio rosa ormai sicuro. Grande prova di Bellotti sotto le plance, uomo-rimbalzo dell’incontro. Per la serie “a volte ritornano”, in semifinale l’Aurora ha ritrovato gli avversari più temuti, ovvero i padroni di casa. Prese le misure su un gioco molto fisico e ai limiti della correttezza, i canturini hanno giocato la miglior partita del weekend, riuscendo a contenere l’onda sarda e dimostrando grande concretezza fino alla fine. Giocato punto a punto, l’incontro ha rivisto un Bellotti sempre in grande forma, affiancato da ottime pedine come De Carolis e il solito Buzzolo, spesso penalizzati da decisioni arbitrarie poco equilibrate. Negli ultimi concitati minuti, il canestro che ha fatto la differenza è stato messo a segno da Cagliari (16-20), che si è giudicata il match e il biglietto per la finalissima per il primo posto. L’Aurora si è dunque ritrovata a disputare la finalina di consolazione contro Trento, ma complice la stanchezza di una lunghissima giornata, il match è stato deciso in finale in favore dei trentini, saliti sul terzo gradino del podio nazionale. Per l’Aurora solo una medaglia di legno, con la consapevolezza di aver dato molto e probabilmente di aver subito troppo un regolamento sportivo aleatorio e mutevole di gara in gara. “Briantea84 è a favore dello sport vero, ovvero quello praticato con regole precise e uguali per tutti – ha confermato Elena Colombo, responsabile del settore Bios di Briantea84 – quindi ci stanno strette manifestazioni in cui, con la scusa di avere a che fare con giocatori con disabilità, vengono disattese anche le più elementari norme di gioco. Noi alleniamo i giocatori al rispetto di un regolamento federale e se, al momento di scendere in campo, le frazioni di gioco passano da 4 a 2, oppure il tempo viene dilatato per far terminare le azioni, noi non ci stiamo. Queste sono manifestazioni amatoriali, non spacciamole per gare ufficiali. Se in un torneo della Fip accadessero queste cose, tutti si indignerebbero, quando invece parliamo di persone con disabilità sembra che tutto sia permesso. Il primo passo verso l’integrazione è quello di richiamare tutte le persone al rispetto delle stesse regole”.