È un’altra musica quella che si è suonata oggi sul campo di Erfurt, in Germania. Si è vista un’altra UnipolSai, il volto di una squadra che ha saputo voltare pagina e trovare grinta, motivazioni, strumenti e intensità per riuscire nell’impresa decisiva: annientare i turchi di Besiktas, vero giro di volta in questi quarti di finale iniziati col piede sbagliato. I canturini ci sono riusciti, mettendo in campo una difesa impeccabile e trovando fiducia al tiro. Due ingredienti che hanno permesso al quintetto capitanato da Ian Sagar (restato a riposo per un malessere prima della partita) di centrare il risultato di 65-45, scarto che permette alla Unipolsai di tornare in corsa.
“È stata una grandissima prova di carattere in una partita non facile – ha affermato coach Marco Bergna -. Stavolta la nostra difesa ha funzionato alla perfezione e ha fatto la differenza, neutralizzando Besiktas e fermandolo a 45 punti che era il nostro obiettivo. Abbiamo tirato con una media del 57%, ben distribuita in tutta la squadra. Ci siamo scrollati di dosso la brutta prestazione di ieri e i pensieri negativi, questo era importante. Ora dobbiamo restare concentrati perché domani sarà un’altra finale. Un grande plauso ai ragazzi perché tutti hanno interpretato al meglio il proprio ruolo e sono rimasti concentrati fino alla fine, dando tutto quello che avevano”.
C’è il fuoco negli occhi della UnipolSai, subito sul 6-0 con Filippo Carossino, Giulio Papi e Jacopo Geninazzi sugli scudi. Il recupero turco prende forma nelle mani di Yilmaz e trova nuova linfa nella tripla di Safak (8-5), per poi assestarsi sull’8-7 firmato da Gezinci a 6’ dalla prima sirena. Tenta l’allungo la UnipolSai, di nuovo avanti sul +4 (11-7) per mano di Berdun e Papi. Non molla Besiktas e con Yilmaz e Yumuk tutto riparte dall’equilibrio: 11 pari e 3’46” da giocare. Immediata la risposta biancoblù, break di 6-0 firmato Papi e Geninazzi e rinnovato +6 UnipolSai. Alla prima sirena tabellone sul 17-11.
Prosegue inarrestabile la corsa della UnipolSai, break di 10-0 e un vantaggio che si assesta nell’ordine delle 10 lunghezze (21-11) subito in avvio di quarto. La ripartenza di Besiktas passa per le mani di Tuncay e Toprak (21-15), Simone De Maggi rimette il vantaggio tutto nelle mani dei suoi, 25-15 a 4’15” dalla sirena. L’offensiva turca non sembra intenzionata alla resa, e con un break di 10-0 firmato Yilmaz e Tuncay si rimette pericolosa alle spalle dei biancoblù (29-25) quando finisce il secondo quarto.
Besiktas rimescola le carte in avvio, lascia in panchina il lungo Cem Gezinci e dà spazio a una formazione più agile. Mentre coach Bergna continua a dare fiducia a De Maggi che si fa trovare pronto, con Carossino pedina importante in difesa e Raourahi che mette gli artigli su ogni palla vagante. Sul 35-25, dopo 2 minuti scarsi di gioco, coach Tacettin è costretto a chiamare time out. Berdun ritrova la mano e piazza due triple che fanno volare la UnipolSai sul 41-27. Il gigante Cem viene immediatamente rimesso nella mischia per spaventare la difesa biancoblù, ma il contropiede dell’argentino tiene le distanze (43-29). De Maggi non ha paura e si prende i suoi tiri (49-31), mentre la difesa imbavaglia l’attacco turco costringendolo a tiri forzati. Nel finale come sempre i turchi riescono ad avere la lucidità di gestire al meglio gli ultimi possessi e in 40’’ trovano 5 punti per provare a ricucire (49-36).
Gezinci alza subito la voce (49-38), Bergna rimette in campo la coppia Geninazzi-Papi per ridare ossigeno ai suoi. La UnipolSai fa fatica a macinare punti e prendere il largo, forse anche a causa del dispendio di energie in difesa. La situazione si cristallizza, fino al canestro più fallo guadagnato da Santorelli e che vale il 53-40. È sempre il numero 10 dei biancoblù a intrufolarsi nel muro difensivo turco per il 57-42. Ultimi 3 minuti infiniti, UnipolSai capace di annullare per ben due volte i 24 secondi del Besiktas, mentre Papi dalla sua mattonella del tiro libero buca la retina (6 punti) e Berdun in regia orchestra i suoi per condurre alla vittoria con un +20 che potrebbe valere molto in ottica di classifica avulsa.