Il S. Lucia Roma è Campione d’Italia. L’Aurora Ugf ha al collo la medaglia del secondo posto, per il secondo anno consecutivo. Solo che, nella lotta per lo scudetto, non ci sono premi di consolazione. Il tricolore è uno solo ed è stato cucito sul petto dei capitolini che con cuore, grinta e una determinazione davvero esemplare hanno voluto intensamente questo risultato. Solo 5 punti hanno separato i brianzoli, sconfitti per 42-47 sul parquet del S. Lucia, dall’obiettivo inseguito per tutta la stagione: l’unica sconfitta dell’anno, l’unico foglio giallo in una pila di referti rosa, sono arrivati nell’unica gara che non andava persa. Partita da super favorita delle Final Four romane, la squadra allenata da Giovanni Cantamessa ha iniziato col piede giusto il suo cammino verso la vetta: sabato 2 nella semifinale contro i Campioni d’Italia in carica di Vicenza, il quintetto lombardo ha scacciato i fantasmi di un anno fa e si è imposto per 36-26, strappando il biglietto per l’unica finale che conta. Ma ci si è messa Roma di mezzo per rovinare una festa che sembra già scritta: due squadre molto competitive, le uniche che avrebbero potuto contendersi il titolo, con in più un precedente a favore dell’Aurora, che tre settimane fa sempre sullo stesso parquet aveva giocato una prova generale contro i rivali romani, aggiudicandosela in maniera perentoria. La gara che valeva lo scudetto, invece, non ha seguito lo stesso copione: teso e combattuto fin dal fischio iniziale, il match è stato un lungo, serrato e incalzante inseguimento che non ha avuto un vero protagonista ma ha solo messo alla prova il carattere. Solo chi ha avuto coraggio, avrebbe potuto vincere. Nava e compagni sono partiti forte, tenendo avanti la testa fino alla metà del secondo quarto. Ma i capitolini non hanno accettato la resa: allo scadere della sirena dell’intervallo Dario Di Francesco ha siglato il canestro del +1, prima pietra su cui Roma ha costruito la sua lenta scalata. Nell’ultima frazione di gioco, il quintetto lombardo ha spento la luce: la poca lucidità offensiva dei terminali d’attacco dell’Aurora è stata fatale e Roma ha saputo approfittarne con maestria. I parziali parlano chiaro: solo 4 punti realizzati nei dieci minuti decisivi (parziale di 4-10), troppo poco per chi voleva vestire la maglia tricolore. Merito al S. Lucia. “Onestamente ho poco da dire – ha commentato un laconico Cantamessa – ero convinto che questa volta ci fossero tutte le condizioni per ottenere lo scudetto. Ma abbiamo sbagliato troppo: in fondo bastavano 3 tiri buoni per capovolgere gli equilibri, invece da sotto abbiamo fatto di tutto fuorché centrare il canestro. Senza segnare non si può vincere, non con avversari così pericolosi come il S. Lucia”. “Perdere non mi fa paura – ha aggiunto il presidente Alfredo Marson, presente come sempre alle imprese dei suoi banditi – certo mi spiace, perché la squadra aveva fatto tutto bene finora. Quello che mi fa più rabbia è pensare a cosa avrebbe significato per noi diventare Campioni d’Italia: per una società come la nostra, questi risultati sono ossigeno e costituiscono biglietti da visita che valgono più di mille altre cose. Essere secondi, purtroppo, non paga. Detto questo, il nostro progetto sui giovani proseguirà con immutato impegno, anzi con ancora più voglia di trovare il giusto riconoscimento”. PARZIALI: 1Q 12-9 2Q 26-27 (14-18) 3Q 38-37 (12-10) 4Q 42-47 (4-10) TABELLINI: Forte 6 Nava 8 Fiadino 2 Crespi 2 Pangallo 0 Schiera 13 Cantamessa 8 Pilade Rosa 3