C’è un filo sottile che lega Filippo Carossino a Cantù. Quasi una predestinazione. È lui il primo frutto del mercato estivo per la Unipol campione d’Italia. Classificazione 3.5, ruolo di pivot con attitudine e movimenti da guardia, Carossino ha sempre vestito la maglia biancorossa del Bic Genova, una lunga gavetta: due anni in serie B, agli inizia della carriera, promozione e altre due stagioni in A2, fino al recente passaggio nella nuova serie A unificata. Ma l’arrivo dello statuario genovese, riccioli scuri e 21 anni da compiere a fine settembre, era nell’aria da sempre. Ad Arenzano, dove tutti lo chiamano Pippo, fin da quando aveva 3 anni Carossino ha giocato a pallanuoto, specialità regionale come le trofie al pesto. Poi, nel 2007 un incidente mentre camminava in una zona pedonale, un’auto lo ha investito e schiacciato contro un cancello: via le gambe sopra il ginocchio, una vita da ricostruire. Dopo due anni di palestra e riabilitazione, qualche giro poco soddisfacente sull’handbike e infine la scoperta del basket in carrozzina nel 2009, un amore a prima vista. Dopo pochi mesi di palleggi, nell’estate del 2010 Carossino è arrivato al camp estivo organizzato dalla Briantea84 al centro della Fondazione Minoprio. Inesperto ma molto promettente, secondo il giudizio di tutti. Alto e fisicamente dotato, insomma uno da tenere d’occhio. E così è successo, fino alla chiamata di Malik Abes per vestire la maglia scudettata. Il tecnico della Unipol, però, si era già accorto di lui molto tempo fa: fu proprio Abes – allora tecnico dell’Italia – il primo a convocarlo nella nazionale maggiore per giocare il torneo internazionale di Göteborg nel 2011. Da allora Carossino ha sempre vestito azzurro: elemento di punta dell’Under22, con cui ha vissuto l’Europeo del 2012 a Stoke Mandeville e il Mondiale 2013 ad Adana (Turchia), e contemporaneamente mascotte della prima squadra, in tutti i raduni degli ultimi 4 anni, fino alla fatidica chiamata del Ct Cappelletti per il Campionato del Mondo in Sud Corea, in corso in questi giorni a Incheon. “Vengo a Cantù con molta umiltà – ha dichiarato Carossino -, sono molto contento di aver avuto questa opportunità, mi servirà per crescere e imparare moltissimo. Sarà un’esperienza utile sia dal punto di vista umano, perché è la prima volta lontano da casa, sia per il gioco. Non potevo davvero chiedere di meglio: vengo a giocare nella squadra più forte d’Italia. Ce la metterò tutta per meritare la fiducia riposta in me”. In campo è soprannominato “il purgatore” perché le mette tutte (nell’ultima stagione, è andato sempre in doppia cifra tranne una partita, con una media di oltre 20 punti a referto), ma la modestia vince sull’orgoglio di aver trascinato la sua Genova in Serie A: “Meglio non si sappia in giro questa cosa – scherza Carossino – perché rischia di diventare un fardello impegnativo di portare. Poi tutti si aspettano grandi cose, invece so bene di avere ancora molto da imparare. Ma sono fortunato: avrò davanti grandissimi giocatori e cercherò di carpire da loro anche il minimo insegnamento”. Stessa filosofia di coach Abes, pronto ad accogliere il nuovo talento e inserirlo nel roster scudettato: “Filippo ha molta voglia di crescere e di imparare a giocare ad alto livello. È un giovane con molti talenti che possono essere perfezionati. A Genova indubbiamente è stato fatto un ottimo lavoro da parte di Marco Carbone, che lo ha portato in poco tempo a un livello molto competitivo. Ora Filippo ha davanti a sé un anno per giocare con l’abbattimento dovuto all’età, da parte nostra lo aiuteremo ad avere minuti di gioco e quindi a diventare sempre più interessante per la nazionale, che già ha iniziato a fare progetti su di lui. Ha molta grinta e tanta determinazione, due requisiti fondamentali per entrare in questo gruppo. Avere scelto un giocatore come lui rientra nella nostra filosofia di avere una squadra giovane, senza stelle affermate, da portare a risultati importanti”. L’arrivo del giovane nazionale azzurro a Cantù corrisponde a una perdita enorme e difficilmente colmabile per una neopromossa come Genova, ma nonostante tutto gli obiettivi della società ligure sono chiari: ”Abbiamo avuto la fortuna di accompagnare Filippo durante questo percorso di 5 anni in cui è maturato sia dal punto di vista umano che sportivo, grazie al nostro sostegno dentro e fuori dal campo – afferma il presidente del Bic Genova Marco Barbagelata -. Filippo è stato e rimarrà per noi come un figlio che oggi ha raggiunto la piena maturazione e che ha preso e condiviso con noi la decisione che meglio riteneva opportuna per la sua crescita. Sappiamo quanto lui sia legato a Genova, ai nostri colori e a tutta la famiglia del Bic Genova. È dunque arrivato il momento per noi non dell’addio, ma dell’arrivederci più sincero. Guarderemo a lui con il rispetto che merita qualsiasi avversario, ma con la consapevolezza che i traguardi personali e collettivi che potrà raggiunge saranno anche nostri. Il Bic Genova sta già guardando al prossimo futuro con l’intento di allestire una squadra degna di questa serie A, ma soprattutto per rafforzare la sua identità a livello regionale e nazionale per accogliere, crescere e formare nuovi potenziali Carossino”. (Foto Ufficio Stampa FIPIC)